
Negli ultimi anni si è assistito a un cambiamento di paradigma del dolore, passando dal concetto del “curare” al “prendersi cura” e introducendo la definizione di rete assistenziale anche nel campo della lotta al dolore.
Nonostante gli ultimi tre anni siano stati caratterizzati, per quanto riguarda l’SSN, da tagli lineari e contrazione delle risorse, il ministero della Salute ha continuato a investire nella Legge 38, mostrando un forte interesse per la creazione di reti per le cure palliative e la terapia del dolore.
A tal proposito, è stato istituita presso il ministero della Salute la Commissione Nazionale di attuazione della Legge 38 per il monitoraggio:
Il modello organizzativo della rete di terapia del dolore previsto dalla Legge 38 del 2010 è quello delle reti cliniche integrate, e prevede la concentrazione della casistica più complessa in un numero ristretto di centri di eccellenza (Hub), preposti ad erogare interventi diagnostici e terapeutici ad alta complessità, supportati da una rete più capillare di servizi territoriali (Spoke) che operano in regime ambulatoriale a supporto dei reparti a indirizzo chirurgico e dei Medici di Medicina Generale.
Con il documento approvato in Conferenza Stato-Regioni il 25 luglio 2012 sono stati definiti in modo univoco e omogeneo su tutto il territorio nazionale i requisiti necessari che identificano un centro di terapia del dolore ospedaliero (Hub) e un centro di terapia del dolore territoriale (Spoke).
Ogni qual volta si parla di “Rete del Dolore” si intende, pertanto, un’aggregazione funzionale e integrata delle attività di terapia del dolore e cure palliative erogate nei diversi setting assistenziali.
Lo scopo della rete è garantire un miglioramento della qualità della vita delle persone affette da dolore, indipendentemente dalla sua eziopatogenesi, con conseguente riduzione del grado di disabilità al fine della reintegrazione nel contesto sociale e lavorativo.
Il modello organizzativo è caratterizzato da:
Questa modalità organizzativa soddisfa contemporaneamente i seguenti requisiti:
L’introduzione del modello organizzativo Hub & Spoke risponde dunque all’esigenza, sempre più impellente per le Regioni, di ottimizzare le risorse, razionalizzare i costi in sanità e creare network tra tutti gli operatori sanitari (ospedale-territorio).
Tuttavia appare particolarmente impegnativo per le Regioni attuare il percorso per la creazione e l’implementazione delle reti del dolore a livello regionale. La difficoltà nell’implementazione del modello è dimostrata dal fatto che, mentre in tutte le Regioni è stata recepita l’intesa del 25 luglio 2012, non tutte hanno identificato i centri Hub e Spoke che devono essere attivi sul territorio; a questo riguardo bisogna considerare le strutture già esistenti, create in attuazione dell’accordo del 2001 relativo al progetto “Ospedale senza dolore”.